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Ai piedi della scalinata della basilica Turritana, immerso nelle sue suggestioni medioevali, si trova il ristorante SanGavino.
Un luogo accogliente ed elegante in cui potrete soddisfare il vostro gusto ed assaporare i migliori vini locali.
Qui a SanGavino troverete tutti i tipici piatti di mare e di terra che la Sardegna è capace di offrire. E una pizzeria pluripremiata per qualità ed originalità.
Il locale ha un ampia e ventilata veranda immersa nel verde e sale interne intime e fresche in cui ospitare i vostri pranzi e le vostre cene.

 

La Basilica
di San Gavino

Eretta in stile romanico dal 1030 al 1080 dalle maestranze pisane chiamate da Comita Re Giudice di Torres, la Basilica di San Gavino sorge all’interno del complesso monumentale di Monte Agellu, un vero giacimento culturale definito dalla Pontificia Accademia di Archeologia Cristiana tra i più rilevanti siti archeologici e storico-religiosi. Infatti, le pietre archeologiche e monumentali di quella che fu una volta una collina, raccontano all’uomo moderno, in uno spazio così esiguo, una storia di duemila anni senza soluzione di continuità.
La Basilica romanica non è che l’ultimo edificio di culto di Monte Agellu; esistono i resti di altre due chiese, una del V secolo e l’altra del secolo VII. Nelle due piazze adiacenti la Basilica, denominate Atrio Metropoli ed Atrio Comita gli scavi hanno restituito inoltre preziose tombe mosaicate ed affrescate, una cisterna bizantina ed altri monumenti archeologici di notevole importanza.
La Basilica è la chiesa romanica più grande ed antica della Sardegna, misura ben 58,26 metri di lunghezza ed è larga 17,36 metri e sino al 1441 è la cattedrale dell’Arcivescovo di Torres. Dopo quella data il seggio episcopale è stato trasferito a Sassari.
Essa presenta l’originalità di avere due absidi affrontate ed il suo interno è diviso in tre navate, separate da due colonnati per un totale di ventidue colonne e sei coppie di pilastri cruciformi.
Colonne e capitelli sono di spoglio e provengono dalle rovine di Turris Libisonis, colonia julia, l’unica colonia romana della Sardegna, fondata nel 46 a.C. da Giulio Cesare. Quegli elementi architettonici sono quindi appartenuti a templi romani ed altri edifici di quella grande città di cui ancora oggi non è stato definito il perimetro.
La Basilica è dedicata ai Santi Gavino, Proto e Gianuario, martirizzati nel 303 sotto gli imperatori romani Diocleziano e Massimiano. Il racconto più antico della loro condanna e del loro martirio è la “Passio Sanctorum Martyrium Gavini Proti ed Januarii” che appartiene alla seconda metà del secolo XII e proviene dall’Abbazia di Clairvaux fondata nel 1115 da San Bernardo. All’interno della Chiesa sono degne di nota alcuni dipinti, statue ed una lapide bizantina del secolo VII.
È interessante la visita della cripta secentesca, grande quanto la navata centrale, ottenuta dopo un poderoso scavo che serviva a riportare alla luce le reliquie dei Martiri Turritani di cui s’era persa la memoria di dove esse fossero sepolte. Ritrovate le reliquie, si decise di edificare la lunga galleria nella quale sistemarle in modo conveniente.
Sono presenti nella cripta cinque splendidi sarcofagi dei secoli III-IV appartenuti a Turris Libisonis, un sarcofago medioevale, i resti della chiesa del secolo V, cinque statue in marmo di Carrara settecentesche attribuite allo scultore genovese Giacomo Antonio Ponzalelli ed altre dodici di ottima fattura un po’ più tarde in terracotta smaltata.
Attorno alla Basilica vi sono le “Cumbessias” (case dei pellegrini) utilizzate sino a qualche secolo fa per accogliere le tante persone che accorrevano per le numerose feste dei Martiri da tante parti della Sardegna.
Oggi quelle case del 1500-1600, dopo un restauro avvenuto in concomitanza con il Grande Giubileo dell’anno 2000, hanno la disponibilità di sessanta posti letto con servizi in camere confortevoli per accogliervi pellegrini e visitatori durante tutto l’anno.

Giancarlo Pinna